Premessa
Il Mental Coach è una figura professionale nata per aiutare l'atleta nel miglioramento delle prestazioni o performance. Insieme all'atleta lavora sulla definizione degli obiettivi da raggiungere ma soprattutto sul percorso da fare per raggiungerli.
Il Mental Coach non dà risposte e non offre soluzioni, aiuta l'atleta con le proprie capacità, ad acquisire quella consapevolezza dei desideri, delle capacità che se sviluppate possono portare al raggiungimento degli obiettivi prefissi.
Come dico sempre agli atleti con cui collaboro " io ti indico solo la strada da percorrere".
In che modo il MC può aiutare l'atleta?
Il Mental Coach guida l'atleta a sperimentare nuove prospettive. Aiuta a sviluppare la capacità di un self talk efficace e positivo e lo aiuta ad evitare gli auto sabotaggi (sempre presenti). La parte più difficile e quella di sradicare le false credenze che bloccano il percorso di crescita.
Quante volte davanti ad una salita ti sei detto " non ce la farò mai!" ? Questo nel tuo subconscio lavora come un sabotatore. Dentro di te, anche senza provarci, ti dici che non ce la farai mai. Invece con un dialogo interno positivo e proponitivo è possibile superare quelle barriere che da soli ci creiamo.
Con il dialogo e delle specifiche tecniche il MC sarà in grado di far emergere nell'atleta la fiducia dei propri mezzi, far emergere la parte migliore e rendere l'atleta responsabile delle proprie azioni donando cosi autonomia.
Chi lavora o ha lavorato con me ha sempre portato a casa un grande bagaglio tecnico ed una crescita e consapevolezza delle proprie capacità.
Molti atleti si chiedono sempre più spesso se hanno realmente bisogno anche di un allenamento mentale per riuscire a crescere di livello o anche a superare un momento difficile della preparazione o della carriera sportiva.
Orami è noto quanto l'ausilio di un MC sia indispensabile e lo dimostrano i grandi atleti del nostro tempo, uno su tutti Marcell Jacobs, che dopo l'oro olimpico ha espressamente ringraziato la propria MC per averlo sbloccato.
Ma quando è il momento giusto e come fare a sapere di aver bisogno di un MC?
Spesso capita che degli atleti abbiano dei blocchi e/o delle credenze che si portano con se da bambini. Sono blocchi presenti nell'inconscio e che quindi lavorano in automatico.
Non è facile capire da soli che determinate situazioni accadute in passato lavorano per sabotare la nostra prestazione.
Ci sono delle paure che si presentano improvvisamente, fanno perdere il flow della prestazione e poi scompaiono. L'atleta neanche si accorge ma la prestazione ne risente. Ecco che superare certe situazioni è indispensabile per migliorarsi.
Di seguito riporto dei punti che possono far capire all'atleta se vi sia o meno la necessità di essere seguiti da un MC :
1. In allenamento si ottengono delle ottime prestazioni ma non è la stessa cosa in gara.
2. Negatività e dubbi sul proprio reale potenziale.
3. Infortuni frequenti, malessere generale
4. Aumento dello stress o distress
5. Incapacità di farsi scivolare di dosso eventi negativi o sorvolare sugli errori
6. Durante la prestazione pensare sempre a quello che non va invece di concentrarsi su quello che funziona e sul divertimento.
Alcuni o tutti di questi segnali li abbiamo provati tutti.
Io, quando giocavo a calcio, in allenamento facevo dei numeri alla brasiliana, ero soprannominato Zico. In partita non riuscivo a fare un palleggio, uno stop o un passaggio decente.
Questa situazione mi portava a dubitare sulle mie reali capacità. Da qui si innescava un circolo vizioso che mi ha portato dall'essere un titolare inamovibile a fare il guardalinee.
Da quando pratico ciclismo e quindi da quando la prestazione dipende solo da me, (nel calcio c'è l'alibi della squadra) ho capito che, pur non rendendomene conto, vivevo tutto con un ansia inconscia. Credevo di non soffrirne ma in realtà mi creava dei blocchi. Nelle prime gare perdevo le ruote buone da subito, non sviluppavo una potenza sufficiente per stare in gruppo, quando invece nelle uscite con gli amici ero sempre davanti a tirare.
Pensavo che per migliorare in gara fosse necessario migliorare alcune abilità, continuando a lavorare sempre più duramente sulle capacità fisiche. In realtà godevo già di ottime capacità fisiche, tra l'altro certificate anche da test ed esami medici, ma che non riuscivo ad esprimere in competizione.
Se il problema non era fisico doveva essere senza dubbio psicologico. Un qualcosa che lavorava di nascosto dentro di me e che mi sabotava.
Ho capito da solo che il problema veniva da molto lontano.
Quando ero piccolo, alle elementari, si facevano i giochi della gioventù. Era un ocasione dove venivano messe a nudo le abilità e la coordinazione dei bambini. C'era chi vinceva e chi perdeva.
Fu la prima volta che provai a competere con qualcuno ed il risultato fu un disastro. Ero il doppio in altezza ed in larghezza rispetto agli altri bambini. Meccanicamente per me era difficile se non impossibile svolgere certi esercizi.
Questo fallimento insieme a dei problemi di natura fisica senza dubbio hanno minato nel mio subconscio qualsiasi tipo di fiducia in me stesso.
Se anche tu hai vissuto casi come quelli sopra elencati o hai vissuto qualcosa di analogo a me, il prossimo passo è di pianificare una consulenza con un professionista della mente così da ottenere un diverso punto di vista e identificare come l’allenamento mentale può aiutare a ottimizzare l’approccio alle prestazioni.
Conclusioni
L'allenamento fisico è alla base per ottenere delle prestazioni atletiche di rilievo. A volte però non è sufficiente. Capita di essere al top della condizione atletica ma di non riuscire ad esprimere al massimo il potenziale che abbiamo.
Spesso ci si abbatte, si rinuncia ad allenarsi, alcuni pure smettono di fare sport. I problemi, spesso, vanno ricercati nella nostra mente. Abbiamo preconcetti, dei pensieri negativi che lavorano nel nostro subconscio e sono li pronti a sabotare le nostre prestazioni.
Qui un MC potrebbe intervenire per trovare la chiave di volta che possa permettere all'atleta di superare questi ostacoli mentali.
Inoltre il MC è colui che aiuta l'atleta a definire i propri obiettivi ed aiuta l'atleta, con i propri mezzi, a raggiungere la migliore versione di se stessi.